Il papavero solitario


Spiccava solitario in mezzo all'erba
un papavero rosso: era aduggiato
e la corolla, al solito superba,
pendeva dallo stelo reclinato.

Mi vide e il gambo sollevò, piangendo:
"Se in questo sconfinato campo io sono
l'unico fior della mia specie, orrendo
è il mio destino". E in accorato tono:

"Dunque a chi giovo? Perché fui creato?".
M'inginocchiai commosso e lo raccolsi
con gesto che mai fu più delicato,

per non sciuparne il calice scarlatto.
"La vita è un dono - dissi - e, se mi volsi
ad ammirarti, il fine è soddisfatto".



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